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Attualità | 18 ottobre 2024, 18:00

Frontalieri, che fine ha fatto la tassa della salute?

Il senatore Borghi: ''La norma nazionale per diventare operativa ha bisogno di un accordo con conferenza delle Regioni e una norma regionale di attuazione che ne stabilisce la percentuale di imposizione''

Frontalieri, che fine ha fatto la tassa della salute?

Che fine ha fatto la tassa salute da applicare ai frontalieri, tassa che aveva sollevato le proteste vibranti della categoria che ne contestava l’introduzione?

‘’La norma nazionale per diventare operativa ha bisogno di un accordo con conferenza delle Regioni e una norma regionale di attuazione che ne stabilisce la percentuale di imposizione. Cirio in campagna elettorale aveva detto che il Piemonte non l’avrebbe applicata… poi non so se abbia cambiato idea’’ ci dice Enrico Borghi, senatore di Italia Viva.

’Sul resto è stato insediato il tavolo di confronto governo - sindacati previsto dalla legge di ratifica del trattato, e proposto da me e Alfieri. E so che sta operando’’ aggiunge il senatore ossolano.

Un tema quello dei frontalieri che tiene banco anche oltre frontiera.

’Nei 50 anni di validità del vecchio accordo sulla tassazione dei lavoratori e lavoratrici frontaliere, il Canton Ticino ha versato nelle casse dello Stato italiano 2 miliardi di franchi sottoforma di ristorni fiscali. Messo in pensione il vecchio accordo, per il futuro le cose cambieranno, soprattutto per il Ticino’’. Titola un servizio che la Tv Svizzera italiana dedicato ai ristorni dei frontalieri. Un articolo che analizza prima il vecchio accordo sulla tassazione dei frontalieri, ora andato in pensione, e poi le nuove norme che regola i rapporti Italia Svizzera in tema di lavoro.

’Il vecchio testo prevedeva, tra l’altro, che il 40%, poi sceso al 38,5% delle imposte alla fonte prelevate dalla Confederazione ai  lavoratori frontalieri fosse versato allo Stato italiano: i cosiddetti ristorni fiscali che andavano a favore dei comuni, province e comunità di montagna di frontiera’’ spiega l’articolo. Ristorni che devono essere utilizzati per la realizzazione e il potenziamento di opere pubbliche di interesse generale volte ad agevolare i lavoratori frontalieri con preferenza per i settori dell’edilizia abitativa e dei trasporti pubblici.

Il  nuovo accordo è  entrato in vigore il 17 luglio 2023 ma viene applicato fiscalmente solo dal 1° gennaio di quest’anno.

Accordo che ,ricordiamo, separa i vecchi dai nuovi frontalieri ‘’con i primi continueranno ad essere tassati solo in Svizzera fino alla loro pensione, i secondi da subito anche in Italia’’.

Un accordo che finirà col vedere  l’abolizione dei ristorni. ‘’I soldi versati dalla Confederazione verranno sostituiti dall’intervento finanziario di Roma – scrive - . A  regime, nel 2045, la autorità italiane prevedono che il fondo avrà una dotazione teorica di 221 milioni di euro all’anno, destinati a essere investiti nei territori di frontiera. Fatto che dovrebbe rassicurare soprattutto i comuni italiani che temevano di restare senza risorse tra dieci anni con l’estinzione dei ristorni dalla Svizzera’’.

 

Renato Balducci

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