Eventi - 24 aprile 2025, 08:30

Alla scoperta della Compagnia Pas de Deux, in scena a Locarno: "Espressione fisica importante, sogniamo un nuovo spettacolo"

Fino a domenica 27 aprile, a Locarno, vicino ai Canottieri nel teatro tenda della Compagnie Pas de Deux nel Festival "Pas de Deux & Osa! "Tracce di Fantasia"

Locarno ospiterà fino a domenica 27 aprile la Compagnia Pas de Deux, ondata da Aline e Martin Del Torre, che porterà in scena fino al prossimo 27 aprile il Festival "Pas de Deux & Osa! "Tracce di Fantasia", 16 spettacoli da non perdere. 

La Compagnia Pas de Deux

La Compagnia Pas de Deux, fondata da Aline e Martin Del Torre, è un luogo simbolo per il teatro fisico e le arti performative in Svizzera e da quasi un ventennio lavorano insieme, portando in scena spettacoli che parlano attraverso il corpo, il movimento e la musica. La compagnia ha sede a Losone, dove Aline e Martin vivono con i loro figli nei mesi invernali. Durante i mesi caldi, da aprile a ottobre, Pas de Deux parte per una lunga tournée in Svizzera e nei paesi limitrofi, viaggiando con il proprio tendone e carrozzone, per trasformare piazze e prati in piccoli teatri mobili pieni di emozione. La compagnia sviluppa da anni un progetto artistico indipendente, che intreccia la dimensione teatrale con quella circense, in una forma di spettacolo accessibile, poetica e sorprendente.

Siamo andati a conoscere la Compagnia raggiungendo Aline Del Torre toccando vari punti.

Il linguaggio del corpo e dell’anima

Aline Del Torre, nei vostri spettacoli quanto conta l’espressione fisica rispetto alla parola? "L'espressione fisica è molto importante, il nostro punto forte. Io e Martin abbiamo fatto una formazione "teatro di movimento", allenando tantissimo il corpo ad esprimersi, lavorando anche sulla parola ed espressione vocale. Attraverso il corpo è tutto più convincente, visto che l'espressione è accessibile a tutti non solo a livello mentale".

L'influenza artistica

C’è un artista o una forma d’arte che ha influenzato particolarmente il vostro percorso? "Sicuramente la Scuola Dimitri ci ha influenzato tantissimo, visto che è proprio lì che si impara lo stile che noi facciamo. Una miscela di diverse arti sceniche mischiando il teatro (improvvisazione, musica, ritmo, ballo, acrobazia e giocoleria) che è molto accessibile al pubblico di tutte le età. Quarant'anni fa Dimitri ha portato in Svizzera questo stile rivoluzionario. Noi della compagnia Pas de Deux stiamo ancora su questa strada e indirettamente Dimitri ci ha molto influenzato. Un'altra persona che ci ha influenzato è sicuramente stata anche Szilard Székely, acrobata ungherese, da cui abbiamo svolto lezioni dopo la nostra formazione alla Scuola Dimitri. Lui ci ha aiutato tanto a sviluppare movimento artistico e acrobazia: un vero maestro nel suo ambito". 

Coinvolgere il pubblico

I vostri spettacoli hanno spesso un’interazione diretta con gli spettatori: come scegliete i momenti di coinvolgimento e come reagite alle risposte del pubblico? "Dipende un po' dai nostri spettacoli, perchè non avendo un teatro classico con palco o fari, essendo in un tendone, abbiamo un rapporto molto più diretto con il pubblico recitando. In alcuni spettacoli di più, e se c'è qualche reazione del pubblico a volte li facciamo interagire nel gioco. Abbiamo uno spettacolo chiamato "Souvenir" che è circense: in quel caso è molto aperto alle improvvisazioni".

Il rischio e la bellezza dell’acrobazia

La vostra arte include acrobazia e giocoleria: qual è stato il momento più difficile o rischioso della vostra carriera? E quale la più emozionante? "Facciamo acrobazia e giocoleria, ma con il nostro maestro c'è stata una preparazione importante e sicura, seguendo una procedura che ci regala sicurezza in noi stessi. La nostra vita da artisti ci regala una vita davvero bella, avendo la fortuna di fare questo mestiere, calcolando che c'è un grandissimo lavoro dietro, che è comunque enorme e faticoso. Il momento più difficile che abbiamo affrontato? Dopo 6 anni di tournee avevamo costruito una struttura e da un momento all'altro è stata considerata non a norma e abbiamo dovuto interrompere la tournée. In quel momento ci siamo fatti delle domande, se continuare o meno, ma alla fine abbiamo optato per continuare, costruendo un nuovo tendone. Tra i più emozionanti...ce ne sono stati diversi. Quello che maggiormente mi viene in mente è legato ad un bambino che ha assistito ad un nostro spettacolo per le scuole e ci ha scritto di aver guardato lo spettacolo più bello della sua vita: questa cosa ci è arrivata al cuore".

La fantasia come strumento di cambiamento

In un mondo spesso dominato da logica e razionalità, credete che la fantasia possa avere un ruolo sociale? "Assolutamente sì! Questo è uno motivi che ci fa continuare ad andare avanti con il progetto. In questo mondo fatto di schermi mancano cuore, emozione e fantasia. Ormai non si lavora più con la fantasia e secondo me manca questo elemento, che è importantissimo per l'equilibrio di un essere umano, soprattutto nei bambini. Il ruolo sociale? Sviluppando questa parte possiamo essere più creativi anche nella vita, in ogni mestiere e in ogni gesto, alla ricerca di una certa bellezza, armonia o espressione. Allenando questa parte di noi si apre un'altra dimensione della vita, rendendola più bella e ricca: questo per i rapporti umani è importantissimo".

I sogni futuri della Compagnie Pas de Deux

C’è un sogno artistico che sperate di realizzare presto? "Vorremmo tantissimo fare un nuovo spettacolo. Ne abbiamo già quattro in repertorio ma abbiamo anche il desiderio di realizzarne uno nuovo. Nell'ultima produzione "L'isola sconosciuta" abbiamo scoperto una nuova direzione e dimensione per noi e vorremmo approfondire. Dobbiamo chiarire alcune cose anche all'interno del progetto se Potremmo cominciare per esempio dall'inverno prossimo. Siamo in un momento della nostra carriera dove tante cose sembrano possibili, sperimentando da diversi anni come qua a Locarno, con questo Festival, e invitando altri artisti sul nostro palcoscenico. Ci sono anche altre idee di collaborazioni future, ma è tutto ancora da definire: siamo in una fase di riflessione, dove tante cose ci ispirano e ci sembrano possibili, ma niente è deciso".

R.A.