Lugano - 07 dicembre 2020, 14:00

Restaurato il tempietto di George Washington sul lungolago di Lugano

I lavori sono stati interamente finanziati da un generoso contributo della Loggia Massonica “Il Dovere”

Il tempietto restaurato

Il tempietto restaurato

La Divisione cultura della Città di Lugano, in collaborazione con la Divisione spazi urbani, ha promosso nei mesi scorsi il restauro del tempietto dedicato alla figura di George Washington, situato sul lungolago di Lugano. Le opere di restauro sono state realizzate grazie al generoso contributo della Loggia Massonica "Il Dovere".

Dalla metà dell'Ottocento sorge sul lungolago di Lugano, a pochi metri dal LAC in direzione della Malpensata, un piccolo tempio rotondo in cui è collocato un busto dedicato a George Washington. Fu fatto costruire dall’esule italiano Abbondio Chialiva al margine settentrionale del parco di Villa Tanzina, un vasto complesso di edifici, ricordato con orgoglio in Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro (1895), del quale restano oggi soltanto il tempietto e la grande sequoia che svetta poco più a sud. Realizzato nel 1850 per ospitare inizialmente una statua neoclassica, nel 1856 il tempietto assunse la forma attuale con la posa del busto in ghisa di George Washington, opera dello scultore Angelo Bruneri e della fonderia Colla di Torino.

L'iscrizione «Magnum seculorum decus» (“Gran lustro dei secoli”) fu suggerita a Chialiva dall'amico Carlo Cattaneo.

Al fine di preservare questa importante memoria cittadina, che da tempo versava in un precario stato di conservazione, la Divisione cultura della Città di Lugano ha promosso negli scorsi mesi, in collaborazione con la Divisione spazi urbani, un cantiere di restauro, interamente finanziato da un generoso contributo della Loggia Massonica “Il Dovere”.

Il cattivo stato di conservazione in cui versava il tempietto interessava tutti i suoi elementi costituitivi. Il monumento presentava importanti problemi di infiltrazione dalla copertura e l'intero rivestimento non garantiva più la sua funzionalità isolante. Gli elementi lapidei in pietra di Saltrio erano quasi completamente coperti da una patina nerastra e da incrostazioni molto estese che ne alteravano la cromia originale, conferendo una colorazione disomogenea all'intera struttura.

La pietra presentava anche diverse fessure, alcune mancanze e tracce di scritte vandaliche nella parte bassa delle colonne.

Siamo lieti di aver operato per restituire alla comunità una preziosa testimonianza della Lugano dell'Ottocento - ha dichiarato Roberto Badaracco, Capo Dicastero Cultura, Sport ed Eventi - un traguardo concreto che testimonia ancora una volta quanto sia virtuosa la collaborazione tra pubblico e privato anche nel settore della protezione e del restauro dei beni cultuali che la Città sta presidiando anche grazie alle attività del nuovo Ufficio Patrimonio della Divisione Cultura”.

Ernesto Merz, il Venerabile Maestro in cattedra della Loggia Massonica “Il Dovere”, attiva a Lugano dal 1877, così spiega il sostegno al restauro del Tempietto: “Si è trattato, prima di tutto, di un’occasione per ribadire la vicinanza della nostra Loggia alla Città di Lugano e al Ticino che viene espressa regolarmente anche in altre forme, in particolare attraverso un fondo di solidarietà a sostegno dei più bisognosi. In secondo luogo, si è voluto sottolineare la figura di George Washington, illustre massone e primo presidente degli Stati Uniti il quale fu portatore dei valori legati alla libertà e all’uguaglianza fra gli uomini che accompagnano da sempre la Massoneria”.

Il restauro del tempietto ha permesso di bloccare l’avanzamento dei degradi presenti, garantire il ripristino delle condizioni isolanti della cupola e migliorare la leggibilità del monumento. L’intervento è stato eseguito con un approccio conservativo che ha visto il coinvolgimento di più ditte locali per fronteggiare le differenti competenze tecniche necessarie. Le operazioni alla copertura hanno richiesto la sostituzione delle lastre metalliche e il ripristino delle caratteristiche isolanti della soletta.

Le nuove lastre di zinco sono state precedentemente lavorate mediante un processo di ossidazione superficiale, per riprodurre le caratteristiche estetiche di quelle originali, e ancorate in modo da garantirne la naturale dilatazione termica. Il tinteggio della volta, dopo i necessari interventi di pulitura e consolidamento, è stato ripristinato nella cromia originale grazie all’impiego di pigmenti in polvere legati a calce. Le parti lapidee sono state pulite con acqua, spazzole morbide e impacchi di armonio carbonato, per rimuovere le incrostazioni e le patine biologiche, e consolidate.

Il ripristino della continuità strutturale degli elementi fessurati o mancanti è stato effettuato mediante stuccature con malta a base di calce idraulica ed inerti di colorazione affine all’originale. Il busto in ghisa, vero cuore simbolico del monumento, è stato pulito rimuovendo le ossidazioni e trattato con uno strato protettivo a base di cere microcristalline.

L’interno monumento è stato infine valorizzato con la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione più efficace e meno invasivo del precedente.

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