Eventi - 15 aprile 2025, 11:10

Il MUSEC di Lugano rende omaggio a Giancarlo Sangregorio

In occasione del centenario della nascita dell'artista

Il MUSEC di Lugano rende omaggio a Giancarlo Sangregorio

In occasione del centenario della nascita di Giancarlo Sangregorio (1925-2013), il MUSEC di Lugano rende omaggio alla duplice identità dell’artista italiano: scultore di grande sensibilità materica e raffinato collezionista. Nello Spazio Tesoro di Villa Malpensata una tela dell’artista è accostata a due maschere della Nuova Guinea, acquisite in uno dei suoi numerosi viaggi. L’interesse di Sangregorio per l’arte etnica, infatti, è stato parte integrante di un dialogo profondo con la materia e le sue energie, un confronto che si riflette direttamente nella sua opera.

La relazione con l’arte etnica

Diversamente da molti artisti del Novecento che hanno direttamente assimilato elementi stilistici dell’arte africana e oceanica, Sangregorio ha elaborato un rapporto con il «primitivo» più meditativo e interiore. La materia non è plasmata in modo arbitrario, ma è lasciata libera di esprimere la propria energia interiore come se fosse rivelata. L’artista, in questo senso, sembra porsi in ascolto della pietra, del legno o del metallo, lasciando emergere forme primigenie.

L’idea dell’arte come tramite tra l’essere umano e il sacro, così radicata nelle culture tradizionali, trova una risonanza contemporanea nelle opere di Sangregorio. Pur essendo pienamente inserite nel linguaggio della modernità, le sue sculture evocano la funzione arcaica dell’arte come canale di manifestazione di forze invisibili e come strumento di connessione con una dimensione «altra». Proprio in questa concezione risiede la profonda influenza dell’arte etnica sulla sua ricerca: non nella ripresa di stilemi specifici, ma nella condivisione di un orizzonte esistenziale e spirituale.

Per Sangregorio, essere artista e collezionista significava instaurare un dialogo con gli oggetti raccolti, osservarli e penetrarne il senso più profondo. La sua collezione di arte etnica (principalmente dall’Africa sub-sahariana e dall’Oceania) può essere considerata un archivio vivo di forme e di simboli, un repertorio di suggestioni materiche e spirituali che alimentavano la sua poetica scultorea. Essa rappresenta non solo la testimonianza del suo interesse per le culture non occidentali, ma anche un riflesso del suo stesso linguaggio artistico, in cui il «primitivo» non è una fonte da replicare, bensì una chiave d’accesso a una dimensione universale dell’arte.

Le opere esposte

Una chiave di lettura significativa per comprendere il suo rapporto con l’arte etnica è offerta dalle due maschere kavat del popolo Baining della Nuova Britannia, un’isola al largo della Nuova Guinea, provenienti dalla sua collezione. Le maschere, raffiguranti lo spirito della biforcazione dell’albero, erano impiegate sia in rituali tenuti di notte intorno a un grande fuoco sia nel contesto di cerimonie d’iniziazione; si caratterizzano per l’uso di materiali leggeri e deperibili come la corteccia battuta e i pigmenti naturali. La loro funzione è profondamente legata al contesto soprannaturale che evocano: non si tratta di oggetti destinati alla contemplazione estetica, ma di strumenti performativi che danno corpo a una dimensione spirituale che si incarna nel movimento e nel fuoco.

L’opera in tecnica mista Figure-archetipi, realizzata dall’artista negli anni Ottanta, è una sintesi che traspone al meglio la sua ricerca. Già nel titolo si intuisce la volontà di riflettere sulle forme originarie e sulle strutture universali dell’immaginario umano. Il termine «archetipi» rimanda alla teoria junghiana dell’inconscio collettivo, secondo cui esistono immagini ancestrali comuni a tutte le culture. Sangregorio, con ogni probabilità, vedeva nelle arti etniche una manifestazione concreta di tali archetipi, che egli traduceva poi in una propria sintesi scultorea.

Una pubblicazione con testi di Nora Segreto, ricercatrice del MUSEC, accompagna la lettura delle opere d’arte esposte.

La biografia di Giancarlo Sangregorio

Giancarlo Sangregorio nacque il 20 aprile 1925 a Milano. Sul finire degli anni Quaranta frequentò i corsi dell’Accademia di Brera: le sue prime opere intagliate nel legno, riconoscibili per il carattere figurativo, fondono immagini archetipiche e sacrali con personificazioni della vita quotidiana. Si può già cogliere l’attrazione dell’artista per le culture e le civiltà arcaiche ed extra-europee, delle cui opere sarebbe diventato un fine collezionista.

R.A.

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